concept
La mia attenzione si confluisce su
vedute e scorci urbani, in cui i piani sono modulati attraverso una
semplificazione dei toni nei quali si attua un’incessante dialettica di luce e
ombra.
Ogni lavoro è un pezzo singolo ma spesso accade di essere assemblato con
i lavori precedenti e quelli successivi, creando un dilatamento delle
immagini e formando complessi nuovi
nello spazi circostante.
Dipingo
il paesaggio che si incontra quotidianamente dove, non percepito, il momento in
divenire si dissolve e va perduto. E insieme a esso se ne va una piccola
possibilità di avvertire la profondità dell’esistenza.
Non voglio
affermare nessun fatto, ma superare la
barriera che mi divide da ciò che ho guardato, ottenere un certo tipo di
“vuoto”, sfuggire dalle trappole della realtà senza perdere il legame con il
reale. Perchè le immagini non sono
invenzioni ma incontri. Usando le parole di Godard “C’est ne pas une image juste, c’est juste une image” l’immagine
giusta non esiste. Esiste il tuo punto di vista, la tua posizione, la tua
percezione della realtà e il tuo costruire la realtà.
Non
si possiede un punto fisso da cui
partire e uno, altrettanto fisso, a cui arrivare, non ha fondamento, né come
principio, né come metodo; non c’è verità che ci sostenga o che ci guidi,
tanto meno verità da dichiarare.
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